Ninja, il volto nascosto 1/3

Christian Russo • 21 settembre 2023

Dipanare la nebbia che avvolge i guerrieri ombra del Giappone

Un articolo realizzato per "PAGINE ZEN" (edizione set/dic 2023).


Da spie dell’antichità Giapponese a icone pop mondiali: l'immagine degli Shinobi, maggiormente conosciuti oggi come Ninja, affascina e intriga… tuttavia, la realtà storica è offuscata dalle nebbie della finzione e dei miti (Fig. 1).

In quest'articolo, ci addentreremo oltre la nebbia, esaminando alcuni degli elementi oggi disponibili per cercare di svelare i misteri degli enigmatici guerrieri ombra del Giappone.


Ninja/Shinobi: iconografia dei guerrieri ombra

Il kanji “shinobi” può essere tradotto in diversi modi, ma essenzialmente implica alcuni concetti chiave come la resilienza, lo stoicismo, la sopportazione, la pazienza, la tolleranza, la resistenza, la silenziosità, la furtività, l’intrusività.


(NdA - Shinobi 忍び, Shinobi no mono 忍びの者, Ninja 忍者 - Il kanji si compone dei due radicali 刃 - Ha, Yaiba ossia lama, tagliente e 心 - Shin, cuore, spirito, essenza: l’etimologia suggerisce la resistenza: “- con una lama sul cuore” - un cuore che rimane imperturbabile, anche quando una lama nuda viene puntata al petto, una lama “- che giunge al cuore delle cose”, che vi si insinua fino al nucleo vitale.)



Trattare l’argomento shinobi significa occuparsi di un fenomeno iconografico di livello mondiale che coinvolge molti aspetti della cultura e della storia giapponesi e di come le stesse siano state traslate in Occidente: cinema, letteratura, teatro e fumetti si sono infatti occupati ampiamente dei ninja, trasponendo e talvolta distorcendo le notizie storiche anche qualora non fossero distorte già in origine.


Andando a ritroso, dai personaggi del celebre manga contemporaneo “Naruto” (Fig. 2), arriviamo alle “Tartarughe Ninja”, nate negli anni '80 in America: il “ninja boom” era letteralmente esploso negli Stati Uniti proprio in quel periodo, con una serie di film a basso budget di grande successo al botteghino. Questi film hanno contribuito a diffondere a livello planetario l'immagine del ninja vestito di nero e accessoriato di armi particolari.


Il primo, illustre artefice della traslazione in Occidente dei ninja fu Ian Fleming: l’autore dei romanzi di 007 che nel 1967 ambientò in Giappone il suo “Agente 007 - Si vive solo due volte”, descrivendo l’addestramento di James Bond in una Scuola Ninja. Il libro e il successivo film hanno un collegamento diretto con il corrispettivo giapponese del “ninja boom” americano, degli anni '60, quando una serie di film dedicata ai ninja, “Shinobi no mono”, “Kage no Gundan” e altri, avevano contribuito a diffondere l'immagine delle spie del Giappone feudale in maniera storicamente accurata, con qualche eccesso forse nella semplificazione iconografica.

Tuttavia, la rappresentazione in quei film dei ninja come eroi umili di origini contadine, che lottano per la giustizia e per aiutare le classi più deboli, in antitesi ai “nobili samurai”, è storicamente non del tutto accurata e influenzata dall'ideologia marxista che tentava di approcciare la società giapponese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Hokusai Ninja

Gli importanti lavori di ricostruzione storica, in pieno svolgimento ancora oggi, in particolare dal gruppo di ricercatori capeggiati dal Prof. Yamada Yuji, dell’Università di Mie (Facoltà di Lettere e Filosofia, Storia medievale giapponese), hanno appurato che il ninja era più esattamente una delle declinazioni della classe samurai.


L’iconico illustratore Hokusai, nel volume n.6 dei suoi manga, descrive le arti marziali a lui contemporanee (Fig. 3). Tra queste illustrazioni, purtroppo senza alcun approfondimento testuale, emerge una figura che molto si avvicina all'immaginario collettivo contemporaneo del ninja: un individuo vestito di nero, con un cappuccio e una spada sulle spalle.

Se da un lato è universalmente riconosciuto l’estremo realismo di Hokusai, si tratta tuttavia pur sempre di una rappresentazione, che cristallizza una delle possibilità di atteggiamento e equipaggiamento dell’agente segreto: nella maggior parte dei casi, il ninja aveva l'obiettivo di raccogliere informazioni e abbigliarsi in modo da risultare identificabile era contrario ai suoi interessi; al contrario, per infiltrarsi efficacemente nel territorio nemico, avrebbe adottato un abbigliamento e un aspetto del tutto comuni.

In sintesi, non disorienti l’affermazione secondo la quale l'iconografia classica del ninja “è autentica e falsa allo stesso tempo”.


つづく

(Continua...)

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