Ninja/Shinobi: iconografia dei guerrieri ombra
Il kanji “shinobi” può essere tradotto in diversi modi, ma essenzialmente implica alcuni concetti chiave come la resilienza, lo stoicismo, la sopportazione, la pazienza, la tolleranza, la resistenza, la silenziosità, la furtività, l’intrusività.
(NdA - Shinobi 忍び, Shinobi no mono 忍びの者, Ninja 忍者 - Il kanji si compone dei due radicali 刃 - Ha, Yaiba ossia lama, tagliente e 心 - Shin, cuore, spirito, essenza: l’etimologia suggerisce la resistenza: “- con una lama sul cuore” - un cuore che rimane imperturbabile, anche quando una lama nuda viene puntata al petto, una lama “- che giunge al cuore delle cose”, che vi si insinua fino al nucleo vitale.)
Trattare l’argomento shinobi significa occuparsi di un fenomeno iconografico di livello mondiale che coinvolge molti aspetti della cultura e della storia giapponesi e di come le stesse siano state traslate in Occidente: cinema, letteratura, teatro e fumetti si sono infatti occupati ampiamente dei ninja, trasponendo e talvolta distorcendo le notizie storiche anche qualora non fossero distorte già in origine.
Andando a ritroso, dai personaggi del celebre manga contemporaneo “Naruto” (Fig. 2), arriviamo alle “Tartarughe Ninja”, nate negli anni '80 in America: il “ninja boom” era letteralmente esploso negli Stati Uniti proprio in quel periodo, con una serie di film a basso budget di grande successo al botteghino. Questi film hanno contribuito a diffondere a livello planetario l'immagine del ninja vestito di nero e accessoriato di armi particolari.
Il primo, illustre artefice della traslazione in Occidente dei ninja fu Ian Fleming: l’autore dei romanzi di 007 che nel 1967 ambientò in Giappone il suo “Agente 007 - Si vive solo due volte”, descrivendo l’addestramento di James Bond in una Scuola Ninja. Il libro e il successivo film hanno un collegamento diretto con il corrispettivo giapponese del “ninja boom” americano, degli anni '60, quando una serie di film dedicata ai ninja, “Shinobi no mono”, “Kage no Gundan” e altri, avevano contribuito a diffondere l'immagine delle spie del Giappone feudale in maniera storicamente accurata, con qualche eccesso forse nella semplificazione iconografica.
Tuttavia, la rappresentazione in quei film dei ninja come eroi umili di origini contadine, che lottano per la giustizia e per aiutare le classi più deboli, in antitesi ai “nobili samurai”, è storicamente non del tutto accurata e influenzata dall'ideologia marxista che tentava di approcciare la società giapponese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.